Ho scoperto di condividere molte cose del suo pensiero, o meglio, delle sue Critiche.
“L’Immanuel” che pensavo di conoscere è diverso, forse perché frutto dei miei pressapochistici studi liceali e dell’orribile libro di filosofia scritto su una carta ruvida e opaca sulla quale ogni minimo tratto di evidenziatore trapassava cinque fogli lasciando illeggibili molti caratteri.
E credo che una sua rilettura ad un anno esatto alla fine del mondo, “maya docet”, possa essere molto gradita.
“Minorità è l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e di coraggio nel servirsi del proprio intelletto senza essere guidati da un altro.”
Comodo lasciarsi guidare ciecamente da imperativi assoluti e rigide regole; comodo lasciare che la nostra vita sia schematizzata da altri, da persone da noi stesse elette a guide. Comodo essere i “follower” di qualcuno. Si può seguire un leader spirituale, un leader politico, o più semplicemente una dietologa che tabella le nostre abitudini alimentari.
C’è qualcosa di male in questo? No, in fondo non siamo tuttologi e specialmente in alcuni ambiti è necessario che qualcuno ci indirizzi.
Però credo che la critica di Kant sia rivolta a chi si lascia spingere verso una direzione dimenticando la propria capacità di giudizio. Chi non ha difetti di intelligenza dovrebbe avere coraggio di scegliere, ascoltare consigli e, a seconda della propria personalità, della propria educazione, del proprio “io”, usare la propria ratio.
Questo signore ha scritto tantissimo nella sua vita.
L’età dei lumi nella quale si è formato è molto lontana; lui, odiernamente molto famoso.
Potrei benissimo diventare una sua follower e lasciare che le sue frasi mi guidino…
Bene, significa che dovrò imparare un po’ meglio ad usare il mio intelletto.